Era una notte buia e tempestosa...
- Il Fruscio delle Parole
 - 27 ott 2021
 - Tempo di lettura: 1 min
 
Aggiornamento: 31 ott 2021
di Anna Rampini
Villa Diodati, sul lago Lemano, in Svizzera è avvolta in un alone di mistero. Non tutti sanno che in questo luogo, la sera del 16 giugno 1816, mentre fuori imperversava un temporale, si riunirono attorno al camino alcuni grandi scrittori: Lord Byron e John Polidori, suo medico personale, il poeta Percy Bysshe Shelley e la futura moglie Mary Wollstonecraft, e Claire Clairmont la sorellastra di Mary e amante di Byron.
Forse ispirato dalla lettura della Fantasmagoriana, un volume d’immensa suggestione che raccoglieva otto storie di fantasmi uscite in Germania alla fine del Settecento, il gruppo di amici si sfidò, su proposta di Lord Byron, a scrivere un racconto terrificante da leggere nelle sere successive.
“Trascorsi l’estate del 1816 nei dintorni di Ginevra. La stagione fu fredda e piovosa e alla sera ci si riuniva attorno al fuoco scoppiettante e talvolta ci divertivamo a leggere storie tedesche di fantasmi…Questi racconti risvegliarono in noi un giocoso desiderio di imitazione.”
Così ricorda Mary Shelley sul suo diario.
Quella notte nacque la storia di una creatura sovrannaturale divenuta poi uno dei capolavori della letteratura di ogni tempo, decisiva per la nascita della letteratura gotica: Frankenstein.
Mary Shelley è riuscita a dar vita a un romanzo in cui l’uomo diventa vittima della sua stessa ambizione. Sebbene scritto oltre due secoli fa, ci conduce a riflessioni di straordinaria attualità sull'uomo. Frankenstein ci ricorda che il sapere scientifico richiede coscienza.







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