Canto di Natale di Charles Dickens
- Il Fruscio delle Parole
 - 19 dic 2022
 - Tempo di lettura: 3 min
 
Aggiornamento: 30 gen 2023
a cura di Anna Rampini
Iniziato nell’ottobre 1843 e pubblicato il 19 dicembre dello stesso anno, Canto di Natale (A Christmas Carol) di Charles Dickens fu un eccezionale successoeditoriale, infatti tutte le copie andarono esaurite entro il giorno della Vigilia.
Il libro provocò una passione collettiva per il Natale tanto che alcune tradizioni, cadute in disuso, tornarono in auge.
Sotto sembianze di un racconto fantastico, il romanzo breve di Dickens celava una critica alla società del tempo in cui dominavano miseria, sfruttamento minorile e analfabetismo; a peggiorare la situazione, fu la Poor Law, legge contro la povertà, la quale stabiliva che i poveri dovessero essere trasferiti in ospizi dove, trattati come malviventi, vivevano in condizioni molto dure e precarie.
Il protagonista del racconto è Ebenezer Scrooge
un vecchio e avido peccatore che spremeva, torceva, stringeva graffiava e afferrava! Duro e affilato come una selce, da cui nessun acciaio aveva mai fatto scintillare un fuoco generoso; misterioso riservato e solitario come un'ostrica. Il freddo che aveva dentro raggelava il suo viso invecchiato, pungeva il suo naso affilato, ne scavava le guance e ne irrigidiva l'andatura; arrossava i suoi occhi e illividiva le sue labbra sottili; lo faceva poi parlare con una voce stridula e gracchiante. La testa era ricoperta da una brina gelata, così come le sopracciglia e il mento ispido. Portava sempre con sé quella bassa temperatura; congelava il suo ufficio nei giorni di canicola, e non lo rendeva meno freddo neppure di un grado a Natale.
Durante la notte della vigilia Scrooge riceve la visita dello spettro del suo vecchio amico e collega defunto Jacob Marley che lo ammonisce sulle conseguenze delle sue azioni e lo mette in guardia da comportamenti di cui potrebbe poi pentirsi.
«Sei in catene» disse Scrooge tremando. «Dimmi perché». «Porto la catena che mi sono forgiato in vita» replicò il fantasma. «L'ho creata anello per anello, e iarda dopo iarda; mi ci sono avvolto di mia spontanea volontà, e di mia spontanea volontà l'ho portata. Il suo modello a te sembra strano?» Scrooge tremava sempre più.
Marley gli annuncia la visita di tre spiriti che lo accompagneranno in un viaggio speciale.
Il primo a fargli visita è lo spirito del Natale passato che gli mostra tutti gli errori commessi durante la sua giovinezza.
Ho visto le tue aspirazioni più nobili cadere una ad una fino a che il padrone di tutte le passioni, il guadagno, ti ha monopolizzato.
Lo spirito del Natale presente fa vedere a Scrooge come il suo sfruttato dipendente, Bob Cratchit, nonostante la povertà e la malattia del figlio minore, riesca a trascorrere un allegro Natale circondato dall'affetto della famiglia.
La visione cambia più volte, e Scrooge assiste al pranzo di Natale del Nipote Fred che, durante il pasto, critica e deride lo zio per i suoi modi sgarbati e per il suo odio irrazionale nei confronti del Natale.
Poco prima dello scoccare della mezzanotte i capelli dello spirito imbianchiscono.
Lo spirito rivela a Scrooge che la sua vita dura una sola notte; prima di morire mostra al vecchio due bambini logori e aggressivi nascosti sotto il suo mantello e, usando le stesse parole con cui Scrooge, la notte precedente, aveva congedato due benefattori venuti a chiedergli una donazione per i senzatetto, gli spiega che essi rappresentano l'ignoranza e la miseria.
Sono le creature dell’Umanità – disse lo spirito – Il ragazzo è l’Ignoranza, la ragazza è l’Avidità. Stai attento a entrambi…
Scrooge li guardò bene, e capì che i due bambini rappresentavano semplicemente la sua ignoranza e la sua avidità.
Infine, si presenta a Scrooge una figura alta e slanciata avvolta in un mantello nero, lo spirito del Natale futuro che altri non è che la personificazione della morte.
Il povero Scrooge intuisce che se non cambierà radicalmente, si prospetta per lui soltanto la misera morte oscura, spettrale e solitaria come la sua misera vita senza amore.
Spaventato dalla triste fine preannunciatagli dallo spirito, angosciato dall’opinione che hanno di lui parenti, colleghi e conoscenti e motivato a far del bene, Scrooge si redime e si converte, abbandonando la sua sete di potere e denaro e la sua avarizia, in cambio di un po’ di felicità.
Classico ma sempre attuale Canto di Natale è una favola che consiglio caldamente a tutti di leggere, specialmente a quegli adulti che hanno dimenticato la magica atmosfera che deriva dallo spirito del Natale, pregno di valori come la gioia di stare insieme, la solidarietà, la generosità, lo scambio degli auguri e la condivisione.







Mi è piaciuta molto la recensione ed accolgo il consiglio di Anna a leggere il libro che acquisterò prestissimo