UN TESORO SCONOSCIUTO O QUASI: l’ERBARIO di Emily Dickinson
- Il Fruscio delle Parole
 - 2 nov 2021
 - Tempo di lettura: 2 min
 
di Anna Rampini
Non molti sanno che Emily Dickinson (1830 - 1886), prima di diventare un’affermata poetessa, all’età di nove anni cominciò a studiare botanica e a dodici aiutava la madre a coltivare piante annuali e perenni nel giardino del loro cottage: rose, ciclamini, lobelie, tulipani e altre ancora. Fu solo nella tarda adolescenza, però, che unì il rigore formale allo zelo dell’appassionata.
Essendo gli studi scientifici riservati ai soli uomini, la botanica era l’unica via per le donne dell’epoca per accedere al mondo accademico. Infatti, gli erbari, essendo considerati un artistico passatempo per signorine, consentivano alle donne di accostarsi allo studio delle scienze naturali.
Durante gli anni del college Emily esplorava boschi e prati della zona per raccogliere fiori. Raccolse e studiò 424 piante della regione del Massachusetts conservandole in un erbario di sessantasei fogli, un vero e proprio capolavoro “poetico”, organizzato con sensibilità per le proporzioni nella pagina e attenzione per il ritmo cromatico.
Ogni esemplare era corredato da sottili etichette di carta bianca, dove Emily, con elegante calligrafia, ne aveva annotato il nome; per alcuni esemplari aveva seguito il sistema di Linneo classificando la pianta con nome, genere e specie.
L'erbario originale è conservato nella Emily Dickinson Room presso la Houghton Rare Book Library di Harvard ma, data la sua fragilità, nessuno è autorizzato a toccarlo per esaminarlo.
Senza l’ausilio delle tecnologie digitali, questo capolavoro, che è il punto di incontro tra poesia e scienza, (clicca qui per vedere l'erbario digitalizzato di Emily Dickinson) sarebbe praticamente sparito dall'immaginario popolare.
Emily, che in vita vide stampate solo alcune sue poesie, era solita far dono, ai familiari e agli amici più cari, di raffinati bouquet in cui nascondeva una sua poesia dove i fiori o le piante citate assumevano un preciso significato simbolico.
I fiori sono al centro della vita poetica di Emily Dickinson e tra i suoi preferiti troviamo sicuramente la genziana, la corona imperiale, il geranio, la rosa e la monotropa (nota anche come fiore fantasma).
di Emily DickinsonLento discendi, o Paradiso!
Labbra a te non avvezze
Timide i tuoi gelsomini delibano,
Come vinta d'ebbrezza
L'ape che tardi il proprio fiore raggiunse
Sussurra intorno al suo talamo,
Conta il nettare, entra,
Ed è perduta nei balsami.





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